martedì 14 gennaio 2020

"Non sono preparati!" Respinta dalla Sindaca la richiesta di ridare vita al Consiglio Comunale dei Ragazzi


Rispondendo all'interpellanza del gruppo di Aria Nuova sull'ipotesi di ridare vita al Consiglio Comunale dei Ragazzi di Lesa la Sindaca dopo aver premesso che né né lei né la sua amministrazione in via di principio sono contrari al Consiglio Comunale dei Ragazzi. Ritiene tuttavia che il progetto sia prematuro, per una serie di ragioni. Afferma infatti che la cultura dei ragazzi, per quanto concerne l’aspetto civico inerente la gestione dello Stato e del Comune, sia allo stato attuale scarno. Questo anche per il continuo rinvio, a livello scolastico, dello studio dell’educazione civica, mai attenzionata come materia a sè stante.
Il Sindaco evidenzia che prima di affrontare l’esperienza di un Consiglio Comunale dei Ragazzi, affinché sia utile e proficua per loro, sarebbe utile un progetto con la scuola di introduzione alla vita dell’Ente pubblico per capire cosa succede in un Comune, in una Provincia, in una Regione o nello Stato. Solo dopo, come risultato di queste esperienze che nascono nella scuola, è possibile pensare di realizzare un Consiglio Comunale dei Ragazzi consapevole.
Per il Sindaco è importante che il Consiglio Comunale dei ragazzi non diventi l’interpretazione di un ruolo quasi come una recita. Ritiene dunque utile che dapprima i ragazzi, tramite la scuola, possano capire che cos’è il Comune, cosa si fa all’interno del palazzo comunale. Solo all’esito si potrà dare ai ragazzi la possibilità di fare un’esperienza consapevole.
La Consigliera Del Plato osserva come negli anni Novanta quello di Lesa è stato un modello durato quasi un decennio poi utilizzato da molti Comuni d'Italia. In esso si prevedeva che i ragazzi facessero una sorta di percorso all'interno della scuola finalizzato  conoscere e comprendere il loro Paese e il funzionamento dei meccanismi amministrativi. Si dichiara insoddisfatta e stupita che proprio da uno dei comuni pilota di questa esperienza abbia una tale sfiducia nelle giovani generazioni e nelle strutture scolastiche proprio mentre Comuni anche del nostro territorio l'hanno ormai da tempo adottata e valorizzata.

1 commento:

  1. La verità è che non c'è la volontà di farlo sono solo scuse assurde

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