Nel Consiglio Comunale di Lesa svoltosi giovedì 7 luglio si è discusso a lungo del disavanzo evidenziato dalla Corte dei Conti che pesa come un macigno sul Bilancio del Comune. A questo proposito la consigliera Roberta Del Plato del gruppo d'opposizione "Voltiamo pagina" è intervenuta con questa dichiarazione:
«Mi permetto di formulare le seguenti osservazioni a quanto
ascoltato su questo argomento. Dalle note e dai richiami della Corte dei Conti
emerge come sostanzialmente il Comune di Lesa avesse un disavanzo di 556.291,06
euro al rendiconto 2020. Sono stati evidenziati vari errori (o per meglio dire
azioni di cattiva amministrazione) con accantonamento del fondo anticipo
liquidità ai fini del fondo crediti dubbia esigibilità, il mancato rispetto dei
vari equilibri, incongruenze nei dati e nella compilazione della relazione, scarsa
capacità di riscossione dell'ente, mancata inclusione della garanzia prestata a
favore dell'Unione ai fini del calcolo dei limiti di indebitamento, violazione
dei tempi medi di pagamento delle obbligazioni commerciali e via enumerando. Oggi sappiamo che il disavanzo nel rendiconto 2021 è ipotizzato
in 567.647,37 euro e che il piano dei rientri sarà approvato contestualmente
all'approvazione del rendiconto 2021.
Sempre stando alle risultanze della Corte dei Conti si sa
che il Comune di Lesa ha spiegato la sua intenzione di adottare misure quali:
la diminuzione del peso dei mutui contratti in particolare attraverso
l'alienazione di beni pubblici, la rimodulazione dei contratti per servizi in
vigore in relazione alla sostenibilità delle risorse finanziarie, una maggiore
incisività nel contrasto all'evasione elusione tributaria, una costante ricognizione
della spesa puntando alla sua contrazione. Per onestà ci sarebbe da rilevare
come la corte dei conti obietti sul fatto che, a suo parere, che le misure per
il ripiano del disavanzo sono state descritte in modo piuttosto generico. In
più, sempre secondo quanto abbiamo capito, il Comune intenderebbe anche esternalizzare
il supporto per attività accertativa. Permettetemi un’osservazione banale: perdiamo
il patrimonio immobiliare acquisito nei secoli, spendiamo altri soldi per
controllare l’evasione delegandola all’esterno, insomma c’è il rischio che alla
fine ne usciremo con le ossa rotte…
Se mi permettete vorrei cambiare punto di vista.
So che sembra banale ma di fronte a uno Stato che taglia
sempre di più i trasferimenti finanziari ai Comuni la prima preoccupazione di
un’amministrazione deve essere quella di non scaricare sui cittadini residenti
un carico fiscale eccessivo. Garantire i servizi contenendo i tributi deve
essere lo scopo primario di un buon amministratore.
I tagli delle risorse da parte dello Stato impongono di
ottimizzare le risorse comunali, a partire da quelle umane, per garantire ai
cittadini un rapporto con il comune aperto ed efficiente. Come possiamo farlo? Innanzitutto contenendo gli sprechi e
rinunciando a spendere in settori non essenziali quando la disponibilità di
fondi non è sufficiente. Invece di esternalizzare si potrebbe poi pensare a una
riorganizzazione della struttura comunale e sovracomunale con nuove dotazioni,
ottimizzando le risorse, a partire da quelle umane, per garantire ai cittadini
un’amministrazione aperta ed efficiente. Perché non garantire uno snellimento dei servizi di base anche attraverso la loro
informatizzazione spinta che consenta ai cittadini delle frazioni di accedere
per esempio ai servizi comunali di anagrafe e tributi senza doversi fisicamente
recare presso il Comune o l’Unione?
Infine sappiamo
tutti che il Comune di Lesa è proprietario di molti immobili dislocati
sul suo territorio. Si tratta di un patrimonio prezioso arrivato fino a noi
grazie alla lungimiranza delle amministrazioni del secolo scorso e, in qualche
caso, alla generosità dei nostri concittadini. Alcune di queste strutture sono
tutt’ora scarsamente utilizzate, in qualche caso del tutto inutilizzate e
bisognose d’interventi. Già negli ultimi anni si sono fatte alienazioni senza
senso e soprattutto con pochissimi utili per il comune. Voi volete passare alla
storia come i liquidatori prima ancora che di un patrimonio, di una storia?
Certo la situazione non è facile e nessuno se lo vuole
nascondere soprattutto in una situazione come l’attuale, caratterizzata da
un’estrema incertezza sulle possibilità reali degli Enti Locali di sviluppare
una programmazione corrispondente alle aspettative e alle esigenze dei propri
amministrati. Proprio nei momenti di difficoltà si deve pensare in grande
rispondendo alle esigenze contingenti con una visione del futuro. Per questa
ragione, a prescindere dalle singole programmazioni comunali, il destino della
nostra zona resta legato alla capacità delle diverse amministrazioni comunali
di elaborare un processo di integrazione reciproca che può partire dai servizi
e dalle esigenze immediate, ma non può non avere come obiettivo l’unificazione
amministrativa del Vergante.
Lì si deve arrivare, altrimenti non se ne esce».
Scusate ma il Sindaco continua a dire che il disavanzo è di 760.000,00 euro e non 567.000,00 come dite voi. Quale è realmente.Grazie
RispondiElimina