mercoledì 13 marzo 2024

La soddisfazione per un atto che ipotizza la nascita di un'unica grande Comunità del Vergante

Nel Consiglio Comunale del 12 marzo la consigliera Roberta Del Plato, annunciando il suo voto a favore della proposta di verifica della fattibilità della unificazione amministrativa del territorio del Vergante ha rivendicato il valore di una battaglia iniziata vent'anni fa dai consiglieri di Lesa nel Cuore e ripresa in questa Consigliatura, come si può leggere qui
Questo il testo del suo intervento:
«Caro Sindaco, care Consigliere e cari Consiglieri,
prima di dare il mio voto positivo a questa delibera vorrei esprimere qualche emozione per una lunga battaglia per la riunificazione e l’autogoverno di un territorio che sembrava solo un’idea destinata a rimanere tale. Sono orgogliosa che ciò avvenga oggi e che nella stessa delibera si faccia esplicito riferimento alla mozione da me presentata e accolta da questo Consiglio. Non posso però dimenticare che prima di me altri hanno dato peso e sostanza a questa battaglia, iniziata quasi vent’anni fa dai consiglieri di Lesa nel Cuore. Certo, in fondo quelle che approviamo oggi per ora sono soltanto parole, anzi intenzioni. Ma sono proprio le intenzioni che a volte cambiano la storia. Per queste ragioni ricordo ancora una volta la storia per molti aspetti incredibile della Comunità del Vergante in modo che ne restino tracce anche negli atti di approvazione di questo atto. L’idea di accorpare e unificare ile nostre comunità non nasce oggi. Già nel 1300 Meina, Lesa e il Vergante hanno Statuti Comunali e un processo di integrazione molto avanzato, tanto da avere un organo unico di governo: il Consiglio Generale del Vergante. Di questi ordinamenti noi possiamo leggere la versione approvata dall'arcivescovo Antonio da Saluzzo nel 1389, dalla quale si apprende che gli Statuti di Meina, Lesa e del Vergante contengono 146 norme di carattere amministrativo che servivano a regolare la società di allora da un punto di vista
morale, amministrativo, economico e patrimoniale. Su tutto presiedeva, a fianco del podestà il Consiglio Generale del Vergante, composto da dodici consiglieri nominati dai consoli delle varie comunità. E Filippo Borromeo, nel 1455 dispone la revisione degli statuti del Vergante ai quali aggiunge nove capitoli. Nello stesso anno si decide anche che l'Assemblea dei Consoli dei vari paesi si debba tenere a Lesa nella casa di tale Eustachio Landomi che diventa "palazzo della Comunità del Vergante" (oggi lo conosciamo come Palazzo degli Spiti).
Tale strutturazione territoriale regge fino alla fine del '700 quando, quasi cinquecento anni dopo la sua nascita, la Comunità del Vergante si dissolve sotto l'incalzare delle armate napoleoniche e del nuovo ordine europeo.
Come ho già avuto modo di dire in una situazione a incertezza sulle possibilità reali degli Enti Locali di sviluppare una programmazione corrispondente alle aspettative e alle esigenze dei propri amministrati dobbiamo tentare di essere all'altezza dei nostri avi. La delibera proposta oggi ha il pregio di riconoscere che, a prescindere dalle singole programmazioni comunali, il destino della nostra zona resta legato alla capacità delle diverse amministrazioni comunali di elaborare un processo di integrazione reciproca che può partire dai servizi e dalle esigenze immediate, ma non può non avere come obiettivo l’unificazione amministrativa del Vergante ben aldilà delle piccole unioni dei comuni. Ribadisco che in fondo i nostri avi sono stati capaci di costruirla e tenerla in vita per quasi cinquecento anni e noi potremmo fare di meglio! Per questo voto a favore e chiedo l’inserimento a verbale di questo mio intervento».
 


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